venerdì 25 luglio 2008

Dandysmes


Il dandismo compie duecento anni e li celebra con gli stessi fasti degli esordi, nel museo dedicato al Christian Dior a Grenville, luogo di nascita del couturier francese. Dandysmes 1808-2008, de Barbey d’Aurevilly à Christian Dior in cartellone fino al prossimo 21 settembre, infatti, è una divertente mostra su quello che è stato non solo uno stile di moda ma un vero e proprio modo di guardare il mondo. Quest’anno corre infatti il bicentenario della nascita di Jules Barbey d’Aurevilly lo scrittore che per prime coniò il termine dandismo nell’omonimo testo « Du dandysme et de Georges Brummel ». Da lì fu come un fiammifero e prese fuoco un’intera epoca. Oscar Wilde, Honoré de Balzac, Charles Baudelaire ne tennero alta la fiamma consegnandola alle generazioni future da Sacha Guitry a Jean Cocteau, Alexis de Redé per arrivare alla rockstar David Bowie. Dandy non era solo il tipo di tessuto, la scarpa stretta, il pantalone fino, il baffo curato ma tutti questi particolari insieme e un certo modo di porsi nel mondo, ben illustrato nei tre piani dell’esposizione. Scorrono così le vetrine con i volumi d’epoca sull’argomento e gli accessori e gli abiti appartenuti a chi fu dandy nell’anima e per professione. Curiosa poi la speciale retrospettiva inclusa nella mostra e dedicata ai profumi, vera essenza dell’epoca. Dall’acqua di colonia di Napoleone a “Vol de nuit” che Guerlain produsse come omaggio al padre de Il piccolo Principe Antoine de Saint-Exupéry. E ancora dal Blenheim Bouquet di Penhaligon’s fragranza usata da Winston Churchill fino all’Eau Sauvage di Christian Dior. Perchè in fondo non solo il dandismo non è morto ma è vivo e vegeto in un’alta moda che, in tutte le sue forme, sfida continuamente il mondo con elegante impertinenza.