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Erano da poco passate le nove di sera, sentii un gran colpo sopra la testa e i vetri tremarono. Camerieri e clienti uscirono in fretta pur senza panico. Seduta al tavolino rimase imperturbabile la Contessa, che durante l'intera scossa, che durò il minuto più interminabile della mia vita, continuò a chiedermi: "Cos'è questo rumore?" ed io "Il terremoto Contessa". Lei continuava tranquilla a sorseggiare il Martini ghiacciato. Le olive sul tavolino ballavano il tip-tap e le patatine si sbriciolavano da sole, le bottiglie dagli scaffali cadevano una dopo l'altra come in un domino, i quadri ondeggiavano come il pendolo dell'orologio. La Contessa intanto finì il suo Martini, e continuando a lamentarsi come se fosse colpa mia, ne ordinò "one more". Quando ancora ondeggiando come sul ponte del Titanic (taitanich) glielo porsi, Lei mi guardò e mi disse "Non ti preoccupare caro, è passato, era solo un terremoto", "Sì Contessa, è passato, in fondo è stata solo una scossa di un minuto". Pian piano i clienti rientrarono, inglesi e francesi riprendevano posto ai tavoli. Qualcuno si lamentò con me perchè nel mentre il Martini si era riscaldato. Me ne scusai e mi misi subito a rifarli.....
(liberamente tratto da Prigioniero in una stanza)